ANTROPOLOGIA

 La varietà che caratterizza l'umanità si manifesta a più livelli:

fisico (statura, colore della pelle e degli occhi);

forma (consistenza e colore dei capelli, tratti del volto);

 

linguistico (più di cinquemila lingue e dialetti) ;

culturale (comportamenti, idee, modelli culturali);

Accanto a questa varietà abbiamo elementi di forte unitàLeclerc de Buffon (1707-1788) stabilì che gli esseri umani fanno parte di un'unica specie. Tutti i gruppi umani sono capaci di produrre cultura e le lingue parlate possiedono strutture interne ugualmente complesse. 

L'analisi più scientificamente valida sulle differenze tra gruppi umani è quella che si fonda sull'esame del DNA e dei geni.

La prima conferma che viene dagli studi di genetica è quella per cui le differenze somatiche sono superficiali e piuttosto recenti.

 

Le origini dell'Homo sapiens sapiens (Cro-Magnon), anatomicamente moderno, risalgono a 50.000-100.000 anni fa.

In questo arco di tempo la specie assunse caratteristiche simili a quelle attuali, un linguaggio articolato e sono riconducibili le prime testimonianze artistiche.



Sul piano genetico due individui ritenuti appartenenti allo stesso gruppo presentano differenze superiori tra quelle rilevabili tra due individui scelti a caso tra tutte le popolazioni del pianeta.

Questo perché ci sono elementi del DNA più antichi di altri, che si sono sparpagliati in seguito alle migrazioni.


 non è possibile parlare di razze umane, non esiste alcun criterio su base scientifica

 

I tentativi di classificare l'umanità in razze hanno fissato il loro numero a sessanta. La nozione di razza è una costruzione culturale:

- Stati Uniti: in base agli ascendenti;

- Brasile: in base all'aspetto (branco, preto);


 non è possibile tracciare distinzioni nette tra gruppi umani (le caratteristiche cambiano sfumando lentamente nel mondo)


La nozione di "razza umana" costituisce un prodotto di senso comune, che è veicolo di stereotipi ed etnocentrismo.

 

La cultura esiste grazie alla comunicazione (capacità che gli esseri umani hanno di trasmettersi messaggi). La comunicazione può essere sonora o visiva, per funzionare i modelli culturali devono essere largamente condivisi dai membri di un gruppo (riconoscibili). Le idee e i comportamenti non riconosciuti vengono ignorati.

La cultura esiste come insieme di segni, che possono essere combinati in maniera diversa e creare più significati (es. metafore, proverbi). Questo coincide con la sua natura creativa, la quale ha riscontro in due caratteristiche del linguaggio umano:

universalità semantica= tutte le lingue sono in grado di collocare azioni ed eventi, nello spazio, nel tempo e di segnalarne la possibilità. Questa capacità manca ai linguaggi animali.

produttività infinita= capacità di utilizzare parole e significati già conosciuti per crearne continuamente di nuovi



FAMIGLIA INDOEUROPEAfamiglia linguistica, composta dalla maggior parte delle lingue d'Europa.

TEORIA UNITARISTA= tutte le superfamiglie derivano da un'antichissima lingua comune.

 

 

Una lingua si forma a causa di vari fattori:

occupazione iniziale di una regione disabitata da parte di una popolazione;

divergenza (le lingue cambiano e di differenziano maggiormente tra loro); 

convergenza (parole, forme grammaticali che tendono a passare da una lingua all'altra);

sostituzione con un'altra lingua proveniente dall'estero;

 

Esistono almeno cinquemila lingue vive, un numero molto ridotto se si pensa che agli inizi dell'Ottocento erano addirittura ventimila. Una lingua muore in circa duemila anni naturalmente (ma anche a causa della colonizzazione).

La drastica riduzione delle lingue può essere considerato un problema, in quanto ognuna definisce una certa visione del mondo.

Le culture sono prodotti storici: il risultato di acquisizioni esterne e scelte interne. La storia del genere umano è fatta di separazioni e incontri. La diversità culturale è frutto delle nostre origini.

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